| CITAZIONE (alan_ford @ 16/6/2023, 10:49) Tavoloverde???????? Walter Valsecchi?? su questo ti stai sbagliando al 100% Mi sa che ti sbagli tu al 200% Ti copio due messaggi presenti nella sezione privata. CITAZIONE (Walter Valsecchi1 @ 18/5/2023, 18:49) Buonasera, se stabilite un data qualche giorno prima io ci sarò(salvo imprevisti). San Marino,a mio avviso,è un casinò non adatto a noi sistemisti pochi tavoli e tanta confusione chi lo conosce può confermare. Meglio San Remo o Saint Vincent oppure Monte Carlo, scegliete voi x me uno vale l'altro. Saluto tutti a presto Walter CITAZIONE (Tavoloverde @ 14/4/2023, 13:46) Dopo i preamboli del mio post precedente, adesso parlo del trattato. Oltre ad essere stato compilato in un ottimo italiano, è ricco di notizie e curiosità, alcune anche per me inedite, che a un dilettante potrebbero servire per approfondire moltissimo la materia e capire tanti meccanismi e segreti di questo bellissimo gioco della roulette.
Ho apprezzato molto il discorso sulle fallacie: là viene spiegato meticolosamente il perché nessuno vincerà mai ai tavoli. Questo capitolo dovrebbe essere il vangelo per tutti noi giocatori!
Adesso parlo degli argomenti, secondo me, basilari del libro, quelle che potrebbero teoricamente cambiare il corso della propria storia di giocatore.
Volendo ripetere l'esperienza dell'autore, occorrerebbero anni di presenza in sala, aspettando possibilmente già il primo colpo, cercando di decifrare il fruscio e la visione della pallina per poter scartare i lanci anomali e magari a volte (a causa di rallentamenti del gioco o a causa del dispettoso "narice imbiancata" o altro) bisognerebbe mandare tutto all'aria e cambiare tavolo. Quindi, nella pratica, potrebbe capitare di stare in piedi vicino alla ruota per un lungo periodo, buttando poi alle ortiche la fatica di qualche ora.
Pertanto, dopo aver trascorso molti anni a capire i lanci (leggi pag. 32), mi sembra di aver intuito che occorrerebbe contemporaneamente inventarsi un nuovo rapportatore stile Theo D'Alost, per poi effettuare pochissime puntate con pezzi da capogiro.
A mio modesto parere la grande lacuna di questo libro è quella di non aver voluto spiegare il metodo di gioco dell'autore. Avendo quest'informazione alcuni avrebbero potuto pensare di ricavarci qualcosa di interessante su cui studiare. Qualcuno di voi potrebbe obiettare affermando: "Il maestro ha già scritto fin troppo nel trattato. Volevi la pappa pronta?". Beh, alla mia età, se qualcuno c'è veramente riuscito, dopo 50 anni di miei studi inutili e mie battaglie perdute, sicuramente sì!!! E avrei voluto "la pappa pronta" per poter essere certo che la roulette è realmente battibile, non certo per sbancare i casinò.
Comunque, ripeto, se anche avessi avuto i precisi dettagli, alla mia età ormai più vicina ai 70 che ai 60 anni, vedrei certamente la cosa impraticabile! Dovrei trascorrere il prossimo decennio lavorando alacremente sui tavoli, per diventare, se tutto dovesse andare bene, straricco all'alba degli 80 anni? Anche se oggi avessi tutte le informazioni, non dedicherei il mio tempo al casinò per osservare attentamente la bilia che gira.
Leggo sempre a pagina 16 che Armando è certo che fra i suoi lettori "ci sarà qualche determinato e motivato personaggio che deciderà di seguire la sua strada, ma costui deciderà di dedicarsi anima e corpo, di far sacrifici." Non credo sinceramente che per me possa essere la migliore cosa da realizzare, nella "terza settimana" della mia vita! Ricordo per l'appunto le parole di Abantantuono quando compì 60 anni. Egli affermò: "La vita è formata da tre settimane ed io ho iniziato, con una buona dose di fortuna, la terza!".
Un sincero "bravo" a tutti coloro che riusciranno a emulare Armando: ma siano consapevoli che li attendono anni di duro lavoro per cercare di raggiungere la mèta! Non voglio essere disfattista ma i miei coetanei se lo scordino pure.
La prossima volta che metterò piede al Perla di Nova Gorica, il casinò che negli ultimi anni frequento più assiduamente, probabilmente noterò qualcuno di voi origliare e seguire attentamente la pallina che gira e penserò: "Ecco un allievo del maestro!!!", mentre io continuerò a giocare a massa pari perdendo inesorabilmente il mio 2,70%.
Scusatemi se adesso parlo un po' di me ma dopo aver provato per quasi 50 anni anni decine, decine e ancora decine di inutili sistemi, gioco esclusivamente a massa pari determinati numeri scelti tra i 37, secondo una mia particolare preferenza. Mi ritengo certamente un "giocatore medio", come ben descritto sempre a pagina 16 del libro, con una sufficiente conoscenza della materia. Nulla di più. Quando faccio il mio gioco posso quindi fermarmi, andare al bar, parlare con qualcuno e poi riprendere senza stress anche in altro tavolo. Capita che i miei numeri "me li tirino" più volte di fila e la mia felicità non ha eguali! Quando poi, raramente, esagerano con le ripetizioni il mio morale va alle stelle e trascorro una di quelle giornate da ricordare. Infatti un giorno di metà maggio dell'anno scorso il croupier esagerò talmente tanto che l'ultimo pieno vincente lo lasciai quasi tutto di mancia e me andai senza controllare la successiva boule! Indimenticabile! Dopo un'ora ero già di ritorno in macchina, colmo di tanti bigliettoni color arancione.
Le perdite invece le dimentico in fretta (leggi fallacia) e le considero le tasse da versare per poter trascorrere tanto tempo in luogo che mi ha sempre affascinato.
Continuerò a leggervi e con questo torno nell'oblio: ringrazio ancora Armando per la piacevole lettura del trattato.
BUONA FORTUNA, AMICI DI UNA BATTAGLIA INFINITA!!!
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